lunedì 7 settembre 2015

ALL'OMBRA DELL'IMPERO - LA CAROVANA DEI PRODIGI - ALBERTO CUSTERLINA

All’ombra dell’Impero – La carovana dei prodigi
Alberto Custerlina
Baldini e Castoldi
pp. 416
€ 18.00
E-book: Disponibile

Due anni dopo il primo volume, Alberto Custerlina è tornato in libreria con il secondo libro della trilogia All’ombra dell’Impero, uno straordinario mix di avventura e mistero che ci riporta indietro di tanti anni, alla letteratura picaresca di fine Ottocento, tra fughe, delitti, rapimenti e intrighi di potere.
Dopo aver lasciato il piccolo Davorin Paternoster in mano allo spietato negromante Hieronymus Mors nel finale di Il segreto del Mandylion, in La carovana dei prodigi la storia riparte con l’angoscia che tormenta Anton Adler dopo la sparizione del suo figlioccio. A Trieste, il commissario di polizia è ormai considerato un eroe, ma dentro di sé sente il peso di non essere riuscito a riportare a casa il ragazzino, cosicché, insieme all’inseparabile amico Artan Hagopian, si rimette sulle tracce dello studioso di arti magiche. Il viaggio porterà i due protagonisti tra Sarajevo e la Bosnia Erzegovina, in un susseguirsi di accadimenti degni del miglior romanzo d’avventura, a metà tra Emilio Salgari e Robert Louis Stevenson.
Già nell’incipit del romanzo, Custerlina ci regala una splendida istantanea di un universo picaresco dove i personaggi sembrano usciti da un film in bianco e nero o dalle pagine di un’opera dei più grandi protagonisti della letteratura di fine Ottocento – inizio Novecento: «Il rumore del legno attira l’attenzione di Martin, tanto da fargli abbandonare il sentiero. Supera una macchia di sommacco, un basso rilievo roccioso, e si trova davanti a una spiaggia sassosa, lunga e stretta, dove una piccola barca a remi dondola al ritmo di una debole risacca. Il mare è calmo, una tavola di ferro lucido che riflette il cielo ingrigito da una foschia compatta, l’atmosfera opprimente, odorosa di foglie e alghe in putrefazione. È strano, pensa Martin, che una barca così ben tenuta e robusta sia stata abbandonata su quella lingua di sassi: nessuno dei pescatori di Duino può aver commesso un’imprudenza del genere. Di sicuro è accaduto qualcosa di strano, di misterioso. Martin si avvicina con cautela, e sul fondo, rigido e immobile come una pietra, è riverso il corpo di un uomo. Terrorizzato, per poco Martin non sviene. Ma la paura non gli impedisce di girare i tacchi e correre più veloce che può verso il suo paese... […]»
Con La carovana dei prodigi, Custerlina si propone di diritto come uno dei migliori, se non il migliore, rappresentanti del romanzo d’avventura italiano, ispirandosi ai tanti libri con cui molti di noi sono cresciuti. Se è vero, infatti, che le avventure di Davorin ricordano da vicino quelle del giovane Jim Hawkins in L’isola del tesoro, l’accoppiata Adler-Hagopian è sempre più simile al duo Holmes-Watson creato da Arthur Conan Doyle. Custerlina ha il merito assoluto di rinverdire una letteratura da anni ormai appassita e dimenticata, rendendola frizzante e vivace grazie a uno stile moderno, agile e accattivante, ma soprattutto per merito di descrizioni degne del migliore, e già menzionata, Salgari.
Nell’esaltante susseguirsi di emozioni e colpi di scena che caratterizzano il romanzo, lo scrittore triestino non si lascia mai trascinare dagli eventi e controlla la narrazione in modo impeccabile, tessendoci attorno una tela che soltanto alla fine ci lascerà spazio per respirare. Con straordinaria abilità narrativa, ci conduce per mano in un vero e proprio viaggio nel tempo, in luoghi dal fascino misterioso e abitati da personaggi memorabili, ma sempre tenendo ben salda la ricostruzione storica di un periodo che, da lì a qualche anno, avrebbe portato allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Non resta che aspettare il terzo e ultimo volume della trilogia, attualmente in lavorazione, per scoprire come proseguiranno le avventure di Adler e compagni, destinati comunque a rimanere impressi nella memoria di noi appassionati e avidi lettori.

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