martedì 1 settembre 2020

LA LEGGENDA DEL VENTO - STEPHEN KING


A quasi nove anni di distanza dall’ultimo romanzo della serie La Torre Nera (La Torre Nera VII: La Torre Nera, 2004), Stephen King torna a parlare del pistolero Roland di Gilead, ma questa volta lo fa in modo slegato dagli eventi narrati nei precedenti romanzi, cosicché per leggere La leggenda del vento, che temporalmente si inserisce tra il quarto e il quinto volume della saga, non occorre aver letto tutti gli altri libri, come lo stesso autore conferma nella breve prefazione, ma basta avere un minimo di conoscenza dei personaggi e della storia. 
Dopo aver lasciato la Città di Smeraldo, Roland e i suoi compagni riprendono il cammino sul sentiero del Vettore, ma presto dovranno fermarsi per cercare un riparo da una tempesta violentissima chiamata starkblast. Troveranno rifugio in una grande costruzione dove, per passare il tempo, il pistolero racconterà un episodio della sua vita, quando, insieme a Jamie DeCurry, aveva dovuto indagare sui terribili omicidi compiuti da uno skin-man nella cittadina di Debaria. 
Leggendo questo nuovo romanzo, è innegabile il fascino di essere riportati sul sentiero del Vettore e di ritrovare dei vecchi amici che non si vedono da tanto tempo, ma questo non basta a considerarlo imperdibile, anzi. La storia è chiaramente il frutto di appunti non sviluppati all’interno dei precedenti libri, una sorta di estratto inedito, e più che un romanzo, La leggenda del vento è un esercizio di stile che procede indipendente. Stephen King non ci mette la solita personalità, limitandosi a una sorta di supervisione: i personaggi hanno ormai vita propria, la storia scivola via veloce e abbastanza prevedibile, senza troppi scossoni né colpi di scena. Sarebbe stato lecito attendersi di più, ma poiché non si tratta né di una storia nuova né di un tema inedito, il modo migliore per leggerlo (e apprezzarlo) è approcciarlo come una curiosità, un breve e veloce “fuori pista” senza troppe pretese.

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