martedì 1 settembre 2020

RESIDENT EVIL: RETRIBUTION - JOHN SHIRLEY


All’ottavo volume la creatività comincia a segnare il passo e la storia non risulta più scorrevole come i precedenti libri, forse anche per il cambio di autore. L’impressione che si ha leggendo il nuovo capitolo letterario di Resident Evil: Retribution, di John Shirley, è che la storia sia uno spezzone estratto da un qualcosa di più ampio. 

A differenza dei precedenti volumi, tutti ottimamente scritti da S.D. Perry, questa volta il libro non appare autoconclusivo, ma si limita a descrivere avvenimenti apparentemente collegati tra di loro, ma in realtà tenuti insieme col nastro adesivo.
Alice questa volta è impegnata nella lotta, a fianco della resistenza, contro la Umbrella Corporation, causa della distruzione del mondo e della sua consegna nelle mani dei morti viventi. Il libro procede a scatti, cercando di raccontare più storie, ma si va perdendo progressivamente, rischiando anche di confondere il lettore, fino a un finale non all’altezza, che se lascia spiragli aperti per un proseguo, delude molto. Ciò che può essere apprezzato è la parte action del libro, in cui i combattimenti con gli essere mostruosi che popolano la terra non mancano, ma si sente notevolmente la mancanza degli zombie che vengono lasciati troppo a margine, spesso sostituiti da mutanti spaventosi. Anche i personaggi, troppi, non vengono adeguatamente sviluppati e sfruttati, perdendosi anch’essi nella vastità del racconto che, andando a stringere, dice davvero molto poco. Sarebbe interessante conoscere i motivi che hanno spinto gli editori a cambiare l’autore e a scegliere Shirley (forse perché autore della sceneggiatura de Il Corvo?), ma sta di fatto che, arrivati all’ottava avventura, la saga segna una brusca frenata.

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